Una delle proprietà più interessanti della blockchain sta nel fatto che è la prima tecnologia digitale al mondo che permette il trasferimento del certificato della proprietà di qualcosa, sia fisico che astratto, tra privati, senza necessitare dell’intervento di un garante o di un ente terzo che certifichi la transazione e quindi senza dover passare attraverso banche, notai, avvocati, enti governativi o altri (che sono sostituiti sostituiti da una rete di computer).
La “coin”, intesa come criptovaluta, in generale, è un’applicazione pratica che rende funzionante la blockchain come infrastruttura. Sulle blockchain nascono casi d’uso, applicazioni e aziende dove il concetto chiave è decentralizzazione.
La blockchain ha un’architettura a somiglianza con internet: è una rete nodo-a-nodo distribuita (ce ne sono milioni) in tutto il mondo. Per sua natura è decentralizzata e ciò la rende non corruttibile, non falsificabile e non controllabile da un ente centrale poiché i nodi si controllano l’uno con l’altro, individuando ed eliminando automaticamente ciò che non è congruente.
Ciò che può essere pilotato è il prezzo, ad esempio, del Bitcoin, influenzabile dai grossi investitori che ne possono far fluttuare il valore, poiché ad oggi è ancora speculativo e, con probabilità, ma in prospettiva, ciò è destinato a cambiare.
La blockchain di Ethereum è una delle blockchain che permette lo sviluppo di software anch’esso distribuito.
Permette di create di smart-contract: sono dei programmi software che funzionano in modo automatizzato sulla blockchain e, a seconda di determinate stimoli, eseguono delle precise azioni algoritmiche deterministiche.
Questi non sono centralizzati in un server ma si trovano su tutti i computer/server che fanno parte della rete e ciò fa si che ereditino dalla blockchain le sue proprietà cogenti: immutabilità e decentralizzazione.
Quindi, una volta pubblicati nessun potrà più mutarne il comportamento, garantendone così l’incorruttibilità. Un eventuale nodo corrotto o fraudolento verrebbe immediatamente invalidato dagli altri nodi (milioni) che ne rileverebbero l’incongruenza.
Possono essere usati, ad esempio, come garanti per perfezionare un accordo tra le parti anche in assenza della mutuale fiducia tra le parti e senza la necessità di una terza parte di fiducia che certifichi l’accordo.
IL CASO DEI CRIPTOKITTIES
I CriptoKitties sono dei “gattini collezionabili” che fanno parte di un gioco basato su blockchain Ethereum il cui scopo è di collezionarne quanti più possibile (ognuno con le proprie caratteristiche, oltre a essere più o meno raro) ma è anche possibile acquistare degli accessori e rivenderli/scambiarli, magari a prezzo maggiorato perché nel frattempo ha acquisito un maggior valore.
Un paio di anni fa la cosa ha fatto molto scalpore perché il volume di scambi giornalieri aveva intasato la rete Ethereum.
Nonostante la banalità e semplicità dell’applicazione di carattere puramente ludico è emblematica perché fa realizzare come, grazie alla blockchain, è possibile garantire e certificare il trasferimento di proprietà di elementi (in questo caso immaginari ed eterei, in quanto è uno scambio di immagini).